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Tumore prostata

Pembrolizumab prolunga la sopravvivenza nel carcinoma a cellule squamose del testa-collo recidivante, metastatico


Pembrolizumab ( Keytruda ) ha esteso la sopravvivenza globale ( OS ) rispetto alla chemioterapia standard per i pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo ( HNSCC ) recidivato o metastatico, in base ai risultati di uno studio randomizzato di fase 3.
E' stato anche riportato un maggior beneficio con Pembrolizumab per i pazienti con tumori che esprimono PD-L1.

Nello studio multicentrico KEYNOTE-040, in aperto, l'anticorpo monoclonale anti-PD-1 Pembrolizumab è stato confrontato con lo standard di cura per i pazienti con tumore HNSCC recidivante o metastatico.

L'analisi ha incluso 495 pazienti con carcinoma a cellule squamose del cavo orale, orofaringe, ipofaringe o laringe che hanno sviluppato recidiva o progressione della malattia dopo un regime contenente Platino.

I ricercatori hanno assegnato casualmente i pazienti in un rapporto 1: 1 a Pembrolizumab 200 mg ogni 3 settimane per 24 mesi, o alla terpia scelta dallo sperimentatore di Metotrexato, Docetaxel o l'inibitore di EGFR Cetuximab ( Erbitux ).

La sopravvivenza globale nella popolazione intention-to-treat ha rappresentato l'endpoint primario. Gli endpoint secondari chiave includevano la sopravvivenza globale nei pazienti con punteggio CPS ( punteggio positivo combinato ) di espressione di PD-L1 di 1 o superiore, nonché la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) nella popolazione intention-to-treat e tra pazienti con punteggio CPS di 1 o superiore.

La sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione tra i pazienti con punteggio TPS ( punteggio di proporzione del tumore ) di espressione di PD-L1 del 50% o superiore servivano da endpoint esplorativi prespecificati.

Nella popolazione intention-to-treat, Pembrolizumab ha conferito riguardo alla sopravvivenza globale un beneficio statisticamente significativo ( mediana, 8.4 mesi contro 6.9 mesi, hazard ratio, HR = 0.8, IC 95%, 0.65-0.98 ), mentre per la sopravvivenza libera da progressione il beneficio non era statisticamente significativo ( mediana, 2.1 mesi contro 2.3 mesi, HR = 0.96, IC 95%, 0.79-1.16 ).

Sono stati anche analizzati i risultati per determinare l'effetto del trattamento nei pazienti con punteggio CPS di 1 o superiore ( n=196 per Pembrolizumab, n=191 per standard di cura ) e quelli con punteggio TPS del 50% o superiore ( n=64 per Pembrolizumab , n=65 per gli standard di cura ).

Tra coloro che presentavano CPS di 1 o superiore, Pembrolizumab ha conferito un vantaggio statisticamente significativo sulla sopravvivenza globale ( mediana, 8.7 mesi versus 7.1 mesi, HR = 0.58-0.93 ).

Tra quelli con TPS del 50% o superiore, i pazienti trattati con Pembrolizumab hanno dimostrato benefici statisticamente significativi nella sopravvivenza mediana libera da progressione ( 3.5 mesi rispetto a 2.1 mesi; HR = -5.8; IC 95%, 0.39-0.86 ) e la sopravvivenza mediana globale ( 11.6 mesi vs. 6.6 mesi; HR = 0.53; 95% CI, 0.35-0.81 ).

Dallo studio è emerso che l'effetto del trattamento con Pembrolizumab appare essere migliore e più alto per la popolazione che esprime PD-L1, definita da CPS o da TPS al 50%. ( Xagena2018 )

Fonte: American Association for Cancer Research ( AACR ) Annual Meeting, 2018

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